Solenopsis invicta Buren, 1972
La formica di fuoco o formica guerriera è un insetto di piccole dimensioni appartenente all’Ordine degli Imenotteri e alla Famiglia Formicidae. Le operaie di questa specie sono di colore bruno-rossastro scuro con addome nero e hanno una lunghezza che varia dai 1,5 mm ai 5 mm. Sono prive di ali, hanno un corpo esile, con addome ben pronunciato e dotato di un pungiglione velenoso, le zampe sono piuttosto lunghe, il capo è grande con due mandibole allungate, molto sviluppate e con il margine fortemente seghettato all'estremità.
Le formiche riproduttrici sono di colore bruno-rossastro, con torace, zampe, capo e antenne tendenti al marrone chiaro nel caso delle femmine, mentre i maschi sono neri e lucidi, con la testa più piccola.
Le regine hanno dimensioni maggiori delle operaie, raggiungendo una lunghezza di 6-8(9) mm, e sono dotate di ali membranose.
Le uova sono sferiche e di colore bianco-crema e le larve, di colore crema, sono prive di zampe. Le pupe assomigliano alle formiche operaie e sono inizialmente di colore bianco-crema che diventa via via più scuro.
Insecta
Hymenoptera
Formicidae
Solenopsis wagneri Santschi, 1916
Red imported fire ant
S. invicta è originaria dell’America centro-meridionale.
S. invicta è stata introdotta in alcune parti dell'Australia e del Nord America (Stati Uniti meridionali) ed in alcuni ecosistemi insulari vulnerabili, comprese le isole dei Caraibi (Antigua, Bahamas, Barbuda, Isole Vergini, Isole Cayman, Trinidad e Tobago, Porto Rico, Turks e Caicos) e del Pacifico (Nuova Zelanda). Inoltre, risulta introdotta in Cina, Hong Kong, Singapore, Taiwan, Malaysia, Messico.
La prima segnalazione di S.invicta in Italia risale al 2022, nell’area costiera orientale della Sicilia, alla confluenza tra il fiume Ciane e Anapo a sud di Siracusa.
La formica di fuoco è un insetto sociale che forma colonie nel terreno e, occasionalmente, in altre matrici adatte (interstizi dei muri, bordi stradali, ecc.). Preferisce regioni calde e aride, i climi freddi non sono adatti per il suo insediamento, anche se può sopravvivere in tali ambienti colonizzando abitazioni o infrastrutture umane (es. edifici o serre).
Costruisce nidi di forma e dimensione varia, alti dai 10 ai 60 cm, caratterizzati da una struttura interna a nido d'ape e senza vie di ingresso visibili. Solitamente, si trovano in aree aperte e soleggiate come prati, pascoli, lungo i bordi delle strade e terreni coltivati abbandonati.
La specie organizza le sue colonie secondo due modelli: monoginiche e poliginiche (con più regine). Subito dopo l’accoppiamento, le femmine raggiungono gli habitat adatti alla nidificazione, si tolgono le ali e scavano nel terreno. Le regine poligine depongono circa 20-30 uova al giorno, mentre quelle monogine possono arrivare anche alle 200 uova al giorno. Le larve si schiudono dalle uova da 6 a 10 giorni dopo la deposizione e si sviluppano nell'arco di 12-15 giorni prima di impuparsi per un periodo di 9-16 giorni. Lo sviluppo richiede dai 22 ai 37 giorni, a seconda della temperatura.
La dispersione naturale avviene tramite i voli di accoppiamento, attraverso la migrazione sul suolo e mediante il galleggiamento di colonie durante le alluvioni.
L'alimentazione preferenziale della S. invicta è costituita da sostanze proteiche derivanti principalmente dalla predazione di altri artropodi e dalla melata prodotta da alcuni tipi di insetti. Tuttavia, la dieta può contemplare varie componenti di origine animale (invertebrati e vertebrati) o vegetale, incluse sostanze oleose e zuccherine (es. nettare extrafloreale).
Le analisi genetiche sugli esemplari rinvenuti in Italia hanno indicato come luoghi di origine più probabili gli Stati Uniti, la Cina e Taiwan. Le navi provenienti da questi luoghi potrebbero aver trasportato le formiche nel porto di Augusta, a meno di 20 chilometri a nord di Siracusa.
La dispersione su lunghe distanze può avvenire in seguito allo spostamento di zolle di terra, balle di fieno, contenitori per vivai e altri materiali (es. attrezzature agricole) contaminati dalla terra proveniente dalle zone colonizzate dalla formica.
Anche container e materiali di imballaggio in legno, detriti e rifiuti associati alle attività umane, macchinari ed equipaggiamenti vari sono ritenuti vettori di diffusione.
Riduzione della biodiversità della fauna selvatica (invertebrati e piccoli vertebrati, come uccelli, anfibi, rettili, micromammiferi) in seguito a meccanismi di predazione e competizione.
Impatti sull’agricoltura: la costruzione dei formicai può danneggiare le radici delle piante, con conseguente perdita della produzione agraria. La presenza dei nidi può interferire con le operazioni meccanizzate di taglio e raccolta, oltre a inquinare il prodotto raccolto. Possono causare problemi sanitari ai lavoratori agricoli e agli animali da allevamento con le loro punture. Inoltre, possono provocare danni alle attrezzature (intasamento degli impianti di irrigazione, cortocircuito di impianti elettrici).
Impatti alle attività sociali: possono pungere le persone e causare reazioni allergiche. Possono infestare le apparecchiature elettriche (come computer, pompe per piscine, automobili o lavatrici).
Misure preventive: il rilevamento precoce mediante sorveglianza attiva e il successivo trattamento del nido è il modo migliore per impedire alla formica di stabilirsi in nuovi ambienti. Le trappole e le esche attrattive sono entrambi metodi che possono dare buoni risultati.
Gestione integrata: una migliore gestione del territorio, come una riduzione delle monocolture e un aumento dell’efficienza della produzione primaria, potrebbe aiutare a prevenire esplosioni demografiche di S. invicta e ridurre le potenziali fonti di nuove infestazioni.
Lotta biologica: negli Stati Uniti per il controllo di S. invicta sono stati utilizzati ditteri parassitoidi appartenenti alla famiglia dei Foridi (Pseudacteon sp.). Le larve di queste mosche si sviluppano all'interno delle formiche e uccidono il loro ospite.