Plotosus lineatus (Thunberg, 1787)
La specie ha il corpo di forma allungata con lunghezza variabile tra i 10 e i 30 cm. Il dorso ha colorazione brunastra e presenta fasce longitudinali color crema, che nei giovani sono bianco brillante. La bocca presenta 8 barbigli, 4 sulla mascella superiore e 4 sulla mascella inferiore. La prima pinna dorsale e le pinne pettorali presentano aculei velenosi. La seconda pinna dorsale, la caudale e l’anale sono fuse tra loro. La specie raggiunge la maturità sessuale tra 1 e 3 anni e vive fino a 7 anni.
Actinopterygii
Siluriformes
Plotosidae
Silurus lineatus
Striped eel catfish
Autore: Jens Petersen
Licenza: CC BY 2.5
Autore: Fernando Losada Rodríguez
Licenza: CC BY-SA 4.0
La specie è originaria delle regioni tropicali degli Oceani Indiano e Pacifico, dal Madagascar alle coste dell’Africa orientale e Giappone del sud, Australia e Polinesia.
La specie ha colonizzato il Mediterraneo orientale; introdotta per migrazione lessepsiana (attraverso il Canale di Suez), è stata segnalata per la prima volta nel 2002 nelle acque di Israele. È stata riportata anche in Tunisia.
In acque libere UE è stata segnalata in Turchia, nei pressi della Baia di Iskenderun.
La specie non è presente.
In caso di avvistamenti segnalare a [mailto: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.], allegando una foto/video dell’esemplare.
La specie ha un habitat prevalentemente marino, si ritrova nelle zone coralline, nelle praterie di fanerogame e alghe, negli estuari e pozze di marea, fino a una profondità massima di 83 m. Gli adulti sono solitari o si aggregano in banchi di circa venti individui, al contrario i giovani vivono in banchi di un centinaio di individui e si dispongono a palla con i barbigli protesi verso l’esterno in caso di pericolo.
La specie si ciba di piccoli pesci, crostacei, molluschi, policheti e altri invertebrati che ricerca nel fondo sabbioso. È una specie eurialina che tollera un ampio intervallo di salinità. Durante il periodo riproduttivo, il maschio costruisce un nido e invita la femmina a entrarci per deporvi le uova; il maschio rimane poi a guardia del nido.
La specie potrebbe essere potenzialmente rilasciata in ambiente da acquari pubblici o privati, sebbene da luglio 2019 ne sia vietato il commercio, scambio, detenzione o allevamento e rilascio in ambiente (Reg. UE 1143/2014).
La specie presenta spine velenose che potrebbero avere conseguenze anche gravi in caso di contatto con l’uomo. In Israele, la specie rappresenta una forte componente del by-catch della pesca a traino, influenzando i tempi e lo spostamento delle aree di pesca (aumento dei tempi di cernita del pescato, lesioni da contatto sui pescatori). Gli impatti sulle risorse ittiche non sono ancora stati stimati.
Nelle aree oggetto di invasione sono assenti predatori della specie, tuttavia sono noti, nelle aree di origine, casi di predazione ad opera di Platycephalus indicus e del serpente marino (Hydrophis major). Inoltre, studi recenti mostrano come la specie possa entrare in competizione per la nicchia trofica con la tracina.
Considerati gli impatti negativi dovuti a competizione trofica e potenziali esplosioni demografiche, la specie potrebbe influenzare la struttura e composizione degli habitat, alterando le comunità e contribuendo alla riduzione della biodiversità.
La diffusione di maggiori conoscenze sulla specie e sui potenziali rischi derivanti dal suo rilascio in natura, l’aumento della consapevolezza sui danni da contatto tra i pescatori e nel pubblico, sono azioni necessarie alla gestione e prevenzione.
Scheda realizzata da: ISPRA con il Supporto di Università degli Studi dell’Insubria