Orconectes (Faxonius) limosus (Rafinesque, 1817)
La specie è inserita nell'elenco di rilevanza unionale con il nome Orconectes limosus; il nome attualmente accettato è Faxonius limosus (Rafinesque, 1817).
Il gambero americano è un crostaceo d’acqua dolce di circa 10 cm (6-9cm, massimo 12 cm), caratterizzato da una colorazione bruna- olivastra, con evidenti macchie bruno-rossastre sui segmenti addominali, e una prominente spina laterale sul carapace. Le chele, tipiche appendici dei gamberi, sono caratterizzate da una punta uncinata con colorazione a bande arancioni e nere, e margine interno regolare (non seghettato).
Astacus affinis Say, 1817
Astacus limosus Rafinesque, 1817
Orconectes limosus (Rafinesque, 1817)
Questa specie è originaria del versante atlantico del Nord America, dove è diffusa nel Canada sud-orientale e negli Stati Uniti nord-orientali, dal Maine alla Virginia.
In Italia il gambero americano è stato segnalato per la prima volta nel 1991 in Lombardia, nel Lago d’Iseo, ed è oggi diffuso in varie regioni del nord e centrali.
Mappa di distribuzione (su celle 10x10kmq) aggiornata a giugno 2019 per la rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Reg. UE 1143/14.
Il gambero americano è una specie onnivora. Le femmine possono produrre oltre 300 uova e i giovani nati raggiungono la maturità sessuale a circa 18 mesi.
Questa specie è molto adattabile e come tale è capace di occupare una grande varietà di ambienti acquatici, sia in presenza di acque correnti che a corso lento o stagnanti. In genere il gambero americano sembra preferire fiumi e laghi di pianura, ma può vivere bene anche ad altitudini elevate- Inoltre è capace di resistere senza problemi a condizioni estreme, come periodi di siccità prolungati, e può spostarsi sul terreno anche in giornate caratterizzate da temperature gelide. Può peraltro tollerare elevati livelli di inquinamento delle acque, dove altre specie di fauna acquatica non potrebbero sopravvivere. Anche il tipo di fondale dei corpi d’acqua non sembra costituire un fattore limitante.
Il gambero americano è stato introdotto come conseguenza delle immissioni intenzionali effettuate a scopo di acquacultura, nonché per il controllo di molluschi e piante infestanti. È inoltre commerciato come alimento per l’uomo (e per i pesci), come animale da acquario, e come esca viva. Tra le altre cose è anche utilizzato nelle esercitazioni dei corsi di scienza. In alcuni casi le immissioni sono state accidentali, ovvero sono state causate principalmente dalle fughe dalla cattività. In Europa, dopo essere stata introdotta deliberatamente in Polonia, la specie di è diffusa perlopiù come conseguenza della dispersione naturale facilitata dalla rete idrologica (costituita da fiumi e canali).
Questa specie potrebbe avere un impatto significativo sulle attività di sfruttamento economico dei gamberi in Europa. Il reale costo di questo impatto tuttavia non è mai stato calcolato. Inoltre il gambero americano può interferire negativamente con la qualità dei corpi d’acqua attraverso le attività di scavo, senza contare l’impatto sulle attività di pesca. Infatti si ritiene che possa contribuire al depauperamento della fauna ittica per via dei danni ai siti riproduttivi dei pesci e della predazione ai danni delle specie che vivono sui fondali. L’attività di scavo negli argini, documentata in alcune popolazioni della specie, può infine portare al crollo delle banchine e al conseguente danneggiamento di strutture e attività antropiche.
Il gambero americano è un pericoloso vettore della peste del gambero, per cui può avere un grave impatto sulle popolazioni di gamberi native (come il gambero di fiume in Inghilterra). Si ritiene che possa entrare in competizione con tali specie native sostituendosi ad esse. Sembra inoltre avere un effetto negativo anche su alcune specie di pesci di acqua dolce come la bottatrice (Lota lota).
Questa specie può influenzare la catena alimentare degli ambienti acquatici in molteplici modi, anche se gli effetti reali non sono del tutto chiari.
Non esistono ancora metodi efficaci per il controllo di questa specie o di altri gamberi alieni. Il trappolaggio, anche intensivo, non è solito sortire gli effetti desiderati, poichè in genere gli animali sono restii ad entrare nelle trappole. Anche il prosciugamento dei bacini sembra non essere risolutivo, in quanto gli animali possono infossarsi e in tal modo fuggire facilmente alla cattura. In alcuni casi, in condizioni controllate, sono stati impiegati dei biocidi, ma il loro utilizzo può avere varie e importanti controindicazioni. È dunque importante considerare la prevenzione come misura principale di gestione. A questo scopo è necessario sensibilizzare i cittadini e i pescatori sui pericoli per l’ambiente legati al trasporto e alle immissioni gamberi alieni nell’ambiente naturale.