Questa specie ha un’insolita peculiarità: a parte il fatto di essere un gambero, non si sa bene cosa sia. Infatti l’identità genetica del cosiddetto “gambero marmorato” è ancora incerta, al punto che lo stesso nome scientifico è ancora provvisorio. Secondo le analisi genetiche e morfologiche più recenti, potrebbe trattarsi di una forma di Procambarus fallax, caratterizzata però dalla capacità di riprodursi per partenogenesi (cioè senza necessità che le uova siano fecondate). In effetti non sono mai stati osservati individui maschi di questa specie, né in natura né in cattività, per cui si ritiene che esistano solo esemplari di sesso femminile, le cui uova daranno vita a individui identici. Si ritiene pertanto che sia sufficiente una sola femmina per dar vita a delle nuove popolazioni. Gli adulti possono raggiungere una lunghezza di 13 cm, sebbene in media siano lunghi meno di 10 cm.
L’area di origine del gambero marmorato non è conosciuta, in quanto questa specie è nota solo per gli esemplari catturati in popolazioni derivate da immissioni o individui tenuti in cattività negli acquari (dove la specie è stata scoperta per la prima volta, in Germania). Ad ogni modo, si ritiene che la sua origine possa essere individuata all’interno dell’area di distribuzione di Procambarus fallax, quindi nella regione degli Stati Uniti compresa tra la Georgia meridionale e la Florida.
La specie è presente in maniera localizzata, ad esempio in provincia di Arezzo e nel delta del Po.
Mappa di distribuzione (su celle 10x10kmq) aggiornata a giugno 2019 per la rendicontazione ai sensi dell’art.24 del Reg. UE 1143/14.
Il gambero marmorato, oltre a riprodursi per partenogenesi, è anche una specie molto feconda e a crescita rapida. Le femmine infatti possono produrre oltre 500 uova per volta, più volte in un anno.
Dato che l’area di origine di questa specie non è conosciuto, non si conoscono neanche le caratteristiche del suo habitat ottimale. Si ritiene però che sia simile a quello di Procambarus fallax, e che quindi preferisca ambienti di acqua dolce, con acque a lento scorrimento, oppure paludi e pozze temporanee. Nei luoghi di introduzione il gambero marmorato è stato trovao in diversi tipi di ambienti acquatici, caratterizzati da acque correnti o meno, come fiumi, laghi e paludi, nonché fossati, impianti di pescicoltura e risaie. Come altri gamberi, nei periodi siccitosi si rifugia in gallerie scavate nel fango e sembra sia piuttosto tollerante al freddo, in quanto è in grado di sopravvivere anche in corpi d’acqua che gelano in inverno.
Le introduzioni di questa specie sono una conseguenza diretta della sua grande popolarità come animale da acquario. Peraltro il gambero marmorato è anche utilizzato per gli stagni dei giardini privati e come esca per pescare. Di conseguenza questa specie è molto commerciata, sia nei tradizionali negozi di acquari, sia attraverso internet (quindi via posta). È inoltre oggetto di scambi da parte degli appassionati del settore. Il risultato è che diversi animali sono rilasciati in natura o riescono a fuggire dalla cattività fondando popolazioni selvatiche che poi, proprio in virtù delle loro peculiarità ecologiche e comportamentali, riescono a insediarsi con successo. In Madagascar sono state fatte molte immissioni dai locali con l’apparente scopo di creare nuove popolazioni finalizzate al consumo dell’uomo. Attualmente non si hanno dati sulla capacità di questa specie di diffondersi autonomamente nell’ambiente naturale, ma è probabile che possa disperdersi con successo durante le migrazioni naturali o eventuali fenomeni metereologici favorevoli alla specie, come le inondazioni.
Dalle osservazioni condotte in Madagascar sembra che il gambero marmorato possa avere un impatto significativo sulle popolazioni di pesci di interesse commerciale e sulle risaie. Inoltre potrebbe danneggiare argini e impianti di irrigazione. Sembra peraltro che questi danni non siano adeguatamente compensati dalla possibilità di sfruttarne commercialmente il prelievo, in quanto le sue carni hanno un basso valore economico. Il gambero marmorato potrebbe avere un impatto anche sulla pesca sportiva e quindi sulle attività di ecoturismo.
Al pari di altre specie di gamberi aliene, come il gambero rosso della Louisiana, potrebbe avere un impatto attraverso l’instaurazione di dinamiche di competizione e predazione ai danni di altre specie native. Inoltre si ritiene che possa agire da vettore della peste del gambero causata da Aphanomyces astaci.
Come evidenziato con altri gamberi, l’introduzione di questa specie potrebbe avere un impatto sulla struttura della catena alimentare propria degli ambienti di acqua dolce.
Il controllo delle popolazioni di gamberi introdotte richiede l’utilizzo combinato di vari metodi meccanici, biologici e chimici, e pertanto la mobilitazione di ingenti risorse umane ed economiche. Come per altre specie l’eradicazione è possibile solo una fase precoce dell’insediamento. Peraltro tutti i metodi potrebbero avere delle controindicazioni per la conservazione delle altre specie native con cui condividono l’habitat.