Corvo indiano delle case

Corvus splendens (Vieillot, 1817)

Questo corvo è un passeriforme di taglia media, lungo circa 40 cm, con becco e gambe piuttosto lunghi. Il piumaggio è nero lucido, ad eccezione della nuca, dei lati del capo e del torace, che hanno una colorazione grigia (variabile a seconda delle razze geografiche). Anche il becco e le zampe sono neri, mentre gli occhi sono di color nero-bruno. Il dimorfismo sessuale è trascurabile, anche se i maschi hanno dimensioni leggermente maggiori delle femmine.

  • Classe

    Aves
  • Ordine

    Passeriformes
  • Famiglia

    Corvidae

area di presenza naturale

Questa specie è originaria dell’Asia meridionale, e in particolare di India, Pakistan, Maldive, Sri Lanka, Myanmar (Birmania) e provincia cinese dello Yunnan.

area di introduzione

nel mondo
Questa specie è originaria dell’Asia meridionale, e in particolare di India, Pakistan, Maldive, Sri Lanka, Myanmar (Birmania) e provincia cinese dello Yunnan.

in Europa
Attualmente è presente una popolazione stabile solo in Olanda. Esistono tuttavia segnalazioni di individui isolati in numerosi paesi - tra cui Belgio, Cipro, Francia, Danimarca, Ungheria, Polonia, Spagna, Regno Unito e Irlanda - dove alcuni individui sono sopravvissuti per 5-7 anni, accrescendo in tal modo il rischio che la specie riesca a riprodursi nel caso di ulteriori arrivi.

DISTRIBUZIONE IN ITALIA

Ancora non segnalato in Italia.

BIOLOGIA ED ECOLOGIA

Si tratta di una specie molto adattabile, generalista e opportunista. Lo spettro alimentare di questo corvide onnivoro è molto ampio. Il corvo indiano delle case è strettamente associato alla presenza dell’uomo e degli allevamenti. In effetti i rifiuti costituiscono la parte principale della sua dieta, anche se questa include comunque anche frutta, vegetali e altri prodotti agricoli, nonché uova, invertebrati e piccoli vertebrati. Questa specie nidifica in grossi alberi in prossimità delle abitazioni, e a ogni nidiata depone dalle 2 alle 5 uova.

È una specie molto legata agli ambienti urbani e rurali, particolarmente adattata a vivere al fianco dell’uomo e sfruttarne le risorse associate (nei suoi paesi d’origine evita infatti le foreste ben conservate e le aree non abitate dall’uomo). Nonostante le origini tropicali e sub-tropicali, raggiunge i 2100 m di altitudine sull’Himalaya. Di fatto, a dimostrazione della sua tolleranza ai climi freddi, ha nidificato con successo anche in Europa settentrionale.

VETTORI DI INTRODUZIONE

Inizialmente, soprattutto in Asia, la specie è stata oggetto di numerose immissioni finalizzate alla lotta biologica. contro roditori e insetti dannosi per l’agricoltura o l’allevamento. In alcuni casi le immissioni sono state effettuate con l’obiettivo di contribuire alla pulizia dei rifiuti dalle strade. La specie si è diffusa anche a causa dello spostamento accidentale di esemplari a bordo di imbarcazioni in navigazione. Non a caso la maggior parte delle segnalazioni sono in prossimità di porti e località costiere. Ulteriori immissioni in natura sono provocate dai rilasci o dalla fuga degli individui tenuti in cattività, nonché dalla dispersione naturale degli esemplari introdotti.

IMPATTI

Rapporti con l’uomo, impatto sanitario e socioeconomico

In Asia e in Africa questo corvide è considerato un vero flagello per via dei danni che può arrecare non solo alle coltivazioni, ma anche a varie specie di interesse commerciale. Infatti può predare anche uova e pulcini (peraltro sono state segnalate aggressioni anche ai danni di animali domestici e persone). Nei paesi in cui è presente in gran numero, può causare seri problemi di inquinamento acustico e sanitario in quanto sorgente di deiezioni e, considerate le abitudini da spazzino, portatore di un gran numero di patologie trasmissibili anche all’uomo (tra cui Salmonella ed Escherichia coli), soprattutto in prossimità dei dormitori comuni, laddove possono radunarsi migliaia di esemplari.

Impatto su altre specie

Può avere un forte impatto su numerose specie di uccelli attraverso meccanismi di disturbo, aggressione, competizione e predazione di uova, pulcini e adulti.

Impatto sugli ecosistemi

Non sono noti impatti su ecosistemi naturali.

METODI DI GESTIONE

Non esistono protocolli specifici per prevenire la diffusione di questa specie attraverso il passaggio offerto loro involontariamente dal traffico marittimo. Ad ogni modo, la loro presenza non passa inosservata, soprattutto agli ornitologi sul campo (sebbene in passato siano stati registrati episodi di errata identificazione). Le molteplici iniziative di eradicazione della specie avviate nei vari paesi (attraverso la rimozione dei nidi e l’utilizzo di esche avvelenate, trappole e armi da fuoco) non hanno quasi mai avuto successo. Si ritiene che il motivo sia da ricondurre non solo alla scarsa pianificazione, ma anche alla limitata efficacia dei metodi utilizzati negli ambienti urbani in cui il corvo indiano delle case è particolarmente diffuso.

Scheda realizzata da: ISPRA