Cortaderia jubata (Lemoine ex Carrière) Stapf
Emicriptofita perenne, cespitosa di grandi dimensioni (anche fino a 4 m) con vistose infiorescenze (pannocchie ovate, dense), alte e soffici (lunghe fino a 60 cm), di solito di colore da rosa a violetto che virano al bruno con il passare del tempo. Le foglie ricadenti sono coriacee, scabre, appuntite, a margine seghettato, lunghe 40-90 cm, sottili e affilate. Salvo l'utilizzo di tecniche di DNA barcoding, Cortaderia jubata non è facilmente distinguibile da C. selloana a causa anche di un'alta variabilità fenotipica di entrambe. Gli elementi che maggiormente contribuiscono a distinguere C. jubata dalla congenere sono le guaine peloso-ispide e l'infiorescenza svettante ben al di sopra del fogliame (culmo lungo 4-5 volte la pannocchia). Altri caratteri diagnostici possono essere: C. jubata ha lamine fogliari più corte, non arricciate in punta e meno a forma di V nella sezione trasversale rispetto a C. selloana; entrambe le pagine fogliari di C. jubata sono verde scuro, mentre quelle di C. selloana sono blu-verdi sulla pagina superiore e verde scuro su quella inferiore; le infiorescenze di C. jubata sono più corte e flessuose, rosa-violacee (ma virano al bruno col tempo), mentre quelle di C. selloana tendono all'argentato.
Plantae
Magnoliophyta (Angiospermae)
Magnoliopsida
Poales
Poaceae
Cortaderia selloana subsp. jubata (Lemoine) Testoni & Villamil, Gynerium jubatum Lemoine, Gynerium neesii Meyen, Gynerium pygmaeum Meyen
Andean pampas grass, Andes grass, selloa grass, jubata grass, jubatagrass, pampas grass, pink pampas grass, purple pampas grass.
Cortaderia jubata è originaria del Sud America (Argentina, Cile, Bolivia, Ecuador, Perù, Colombia).
Cortaderia jubata è stata introdotta in alcuni Stati della costa occidentale degli USA (California, Oregon, Washington) e alle Hawaii, in Sud Africa, in Australia e in Nuova Zelanda.
Cortaderia jubata non è presente in Europa allo stato spontaneo.
Cortaderia jubata non è presente in Italia allo stato spontaneo.
Cortaderia jubata è una specie apomittica: si conoscono solo individui femminili e la specie si riproduce solo da ovuli femminili non fecondati. È una specie molto feconda; in una stagione riproduttiva, ogni pianta può avere 5-20 infiorescenze e una singola infiorescenza può produrre più di 100 000 semi. I semi sono dispersi soprattutto dal vento, ma anche dall'acqua e dagli animali; in condizioni naturali, i semi sepolti della soil seed bank possono mantenere la vitalità per non più di 4 mesi. C. jubata può invadere diversi tipi di habitat ed è nota per colonizzare soprattutto aree perturbate quali margini stradali, piantagioni forestali e aree soggette a tagli, siti recentemente interessati da incendi. Tuttavia, C. jubata può colonizzare anche ambiti non degradati, naturali e semi-naturali, preferendo siti soleggiati e con una vegetazione aperta, condizioni che promuovono la germinazione dei semi e la crescita delle plantule. L'esotica può tollerare prolungate siccità (non le plantule), ma predilige siti con suoli umidi e sabbiosi per lo più con una copertura vegetazionale scarsa o nulla.
Cortaderia jubata è stata introdotta principalmente come pianta d'uso ornamentale nel suo areale d'invasione. Più limitatamente, solo in alcuni Paesi, è stata introdotta come pianta da foraggio e forse per il ripristino di cave. Le difficoltà nel distinguere C. jubata da C. selloana complicano spesso l'individuazione dei vettori d'introduzione dell'esotica. I semi sono dispersi naturalmente dal vento, ma anche dall'acqua e dagli animali.
Cortaderia jubata può avere impatti negativi sulla filiera forestale, in particolare sulla produzione (competizione con specie d'interesse selvicolturale) e la logistica (ostacolo per accesso alle piantagioni), con conseguenti aumenti dei costi. La presenza di C. jubata può inasprire la frequenza e la gravità degli incendi. Inoltre può rappresentare un ostacolo alla libera fruizione dei siti colonizzati (turismo e ricreazione) sia per le dimensioni sia per eventuali danni che può arrecare alle persone per le sue foglie taglienti e abrasive. C. jubata può essere responsabile per l'acuirsi di disturbi respiratori in soggetti allergici e asmatici.
Cortaderia jubata è una specie altamente competitiva per luce, acqua e nutrienti. La sua presenza massiva causa cambiamenti radicali negli habitat a danno della flora e della fauna. Una volta stabilitasi, è difficile per le altre specie native competere con l'esotica e con la sua crescita rapida e notevole. Può colonizzare habitat ricchi di piante d'interesse conservazionistico, con conseguenti effetti negativi che possono causare anche la scomparsa di specie vegetali native sia dello strato erbaceo sia arbustivo. Effetti negativi sono stati riscontrati anche nell'abbondanza e diversità dell'artropodofauna del suolo; la sua presenza massiva può causare alterazioni nei rapporti di dominanza tra piccoli mammiferi.
La presenza massiva di Cortaderia jubata può causare un netto cambiamento delle fitocenosi con la costituzione di una vegetazione arbustiva interamente dominata da C. jubata. Questo altera significativamente la produzione primaria, la stabilità degli ecosistemi e la natura stessa degli ambienti naturali e semi-naturali. Inoltre l'ingente quantità di biomassa prodotta dall'esotica può aumentare in maniera significativa il rischio e la gravità degli incendi.
Cortaderia jubata si può gestire sia con il controllo fisico (rimozione manuale per infestazioni ridotte e giovani piante, rimozione meccanica per nuclei più estesi e individui maturi) sia con quello chimico, sebbene in genere si opti per la combinazione di questi due metodi. Il pascolo può aiutare nel controllare la specie, così come la semina di specie erbacee competitive può prevenire la colonizzazione di C. jubata. È importante intervenire prima della fioritura della pianta, così da ridurre il suo potenziale di dispersione, o rimuovere attentamente le infiorescenze (e distruggerle) prima di trattare le piante.
Scheda realizzata da: ISPRA con il supporto di Università degli Studi di Milano Bicocca