Humulus japonicus Siebold & Zucc.
La specie è inserita nell'elenco di rilevanza unionale come Humulus scandens (Lour.) Merr., sebbene la priorità tra Humulus scandens e Humulus japonicus sia dibattuta e, a seconda delle fonti bibliografiche, sia ritenuto valido l'uno o l'altro nome (EPPO, 2018). Nella checklist della flora italiana il nome valido è ritenuto Humulus japonicus.
Pianta erbacea annuale rampicante, alta 1-7 m, con fusti erbacei, scabri, gracili, attorcigliati di norma ad altre piante. Foglie opposte con stipole ovate, picciolo e nervi principali spinulosi, lamina palmato-lobata a contorno circolare, con 5(-7) lobi acuti, di colore verde vivo. Infiorescenze unisessuali (pianta dioica): le maschili a pannocchia con fiori a perianzio di 6 segmenti giallo-verdognoli e 6 stami ciondolanti, a filamento molle; le femminili pendule, ovate, con i fiori ridotti a semplici ovari provvisti di 2 stigmi allungati e protrusi, circondati dal perianzio accrescente, inseriti all’ascella di brattee verde chiaro. Il frutto è un achenocono, una sorta di “pigna” formata dalle brattee (non accrescenti), ciascuna ascellante un singolo pericarpio involucrato dal proprio perianzio, con i caratteri di un achenio.
Magnoliophyta (Angiospermae)
Antidesma scandens auct., non Lour., Humulus scandens (Lour.) Merr.
Asian hop, Japanese hop
Humulus scandens è una specie originaria dell’Asia (Estremo Oriente russo, Cina, Taiwan, Giappone, Corea, e Vietnam).
Humulus scandens è stato introdotto in Nord America e in Europa.
Humulus scandens è stato introdotto in Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svizzera, Ucraina.
La presenza di Humulus scandens è confermata in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna.
Humulus scandens si trova soprattutto lungo i corsi d'acqua, su terreni alluvionali, soggetti a temporanee inondazioni, dove predilige suoli con un elevato contenuto di azoto, una scarsa copertura vegetazionale e un alto grado di luminosità, condizioni particolarmente idonee all'emergenza e alla crescita delle plantule. H. scandens si rinviene anche in habitat d'interesse conservazionistico come le bordure d'alte erbe igrofile e nitrofile del piano montano e alpino che possono svilupparsi sia lungo i corsi d'acqua sia in ambienti slegati da quelli ripariali, come i margini di boschi igro-mesofili. Oltre a tali habitat, H. scandens può colonizzare boscaglie e ambienti ruderali (margini stradali, incolti, ecc.). In ambienti ricchi di risorse disponibili, H. scandens mostra spesso una maggiore plasticità (maggiore altezza e biomassa) rispetto alle piante native più comuni negli ambienti che colonizza, fattore che assicura spesso alla pianta un maggiore successo in ambienti ripariali H. scandens predilige climi continentali, con estati calde e assenza di stagione secca. H. scandens si riproduce per via sessuale ed è una specie dioica. L'impollinazione è anemofila, sebbene i fiori siano spesso vistati dalle api. La pianta si riproduce esclusivamente per seme e può produrre tra 800 e 1200 semi; la soil seed bank può essere abbondante (più di 250 semi/m2), ma la vitalità dei semi al suolo non è particolarmente prolungata (3 anni).
Humulus scandens è stato introdotto in Italia come pianta ornamentale e ha raggiunto l'ambiente naturale grazie alla dispersione dei semi da piante coltivate nei giardini o all'abbandono in natura di scarti vegetali della pianta contenenti semi maturi. Non si può escludere che i semi di H. scandens possano essere dispersi accidentalmente come contaminati di suoli o come "autostoppisti" su macchinari o vetture. I semi maturi sono dispersi primariamente per barocoria ed è possibile che le infruttescenze siano accidentalmente trasportate per qualche decina di metri da animali o dall'uomo, ma il vettore naturale di dispersione che agisce su distanze maggiori è l'acqua, lungo fiumi e torrenti.
Dal punto di vista sanitario, il polline di H. scandens può causare gravi riniti allergiche.
Dense coperture di Humulus scandens possono causare profonde alterazioni dei siti colonizzati e si può assistere sia a cali nell'abbondanza delle specie vegetali sia nella ricchezza di specie, oltre che a interferenze nelle dinamiche delle successioni vegetali con una banalizzazione delle fitocenosi e del paesaggio.
I maggiori impatti negativi legati alla presenza di Humulus scandens sono legati alla sua crescita rapida e vigorosa che permette alla pianta di formare dense coperture con ricadute negative sia per la biodiversità sia per i servizi ecosistemici. La presenza massiva di H. scandens ha ripercussioni sulla biodiversità così come sui servizi ecosistemici, con una potenziale perdita del valore dei servizi di regolazione (es. effetti negativi sulla stabilità delle sponde) e culturali (es. banalizzazione del paesaggio, ostacolo ad attività ricreative lungo i corsi d'acqua). A causa dei profondi cambiamenti che può causare negli ecosistemi che colonizza, H. scandens è ritenuto una transformer species.
Nelle regioni del Nord Italia dove è presente, Humulus scandens è molto diffuso, pertanto la sua gestione deve essere mirata a evitare una sua ulteriore espansione grazie ad attività di prevenzione e di controllo. Pertanto è necessario: monitorare attentamente le aree più facilmente soggette alla sua invasione e più vulnerabili; agire prontamente quando si rinvengono i primi giovani esemplari, eliminandoli; eliminare i nuclei di H. scandens dove è prioritario (analisi costi/benefici); applicare una serie di buone pratiche per annullare i potenziali vettori di dispersione di matrice antropica. Le azioni di controllo e di locale eradicazione possono prevedere la rimozione manuale per aree infestate di limitata estensione, mentre è necessario ricorrere al controllo meccanico e chimico, o all'integrazione di questi metodi, di fronte a infestazioni più estese. In genere è necessario intervenire più volte all'anno e per più anni per portare a esaurimento i nuclei di H. scandens.
Scheda realizzata da: ISPRA con il supporto di Università degli Studi di Milano Bicocca